Le tecnologie ‘made in Italy’ per l’idrogeno sono mature, ora serve l’industrializzazione secondo Anima Confindustria
La filiera produttiva italiana – specie quella meccanica – può dare un grande contributo allo sviluppo di un’economia nazionale dell’idrogeno, ma ora è venuto il momento di dare corpo ad una vera industrializzazione del settore con un piano di investimenti, altrimenti l’Italia rischia di rimanere indietro (allarme arrivato, tra gli altri, anche dal Politecnico di Milano).
È il massaggio lanciato da Anima Confindustria durante l’Hydrogen Summit organizzato da MCE – Mostra Convegno Expocomfort, fiera di riferimento per il mondo del comfort.
Durante il panel ‘Modelli di Business per l’applicazione delle Tecnologie dell’Idrogeno’ Alberto Zerbinato, referente idrogeno del Consiglio di Presidenza Anima Confindustria, ha infatti sottolineato: “L’idrogeno offre l’opportunità di portare l’Italia verso un futuro di energia sostenibile, e l’industria meccanica italiana è pronta a partecipare a questa transizione. Siamo ai blocchi di partenza: ora è il momento di avviare una vera industrializzazione, e questa può avvenire solo grazie a un piano di investimenti strutturali a livello nazionale. È fondamentale che il lavoro delle imprese non vada sprecato e venga valorizzato a dovere dando vita a un mercato vero e proprio”.
Valorizzare le tecnologie eccellenti sviluppate dalla manifattura italiana è uno degli obiettivi di Anima Idrogeno, il gruppo di lavoro nato in seno ad Anima Confindustria che accompagna le aziende italiane in questa transizione supportandone la progettualità, allo scopo di mettere a terra progetti «chiavi in mano» che non si fermino al perimetro della singola tecnologia.
Un concetto ripreso da Andrea Baio, coordinatore del GET Anima Idrogeno “Nella nascente filiera dell’idrogeno, l’Italia ha l’opportunità di avere un ruolo da protagonista a livello internazionale. Dobbiamo valorizzare la grande maturità tecnologica delle aziende che hanno già sviluppato tecnologie a idrogeno che esprimono al massimo grado l’eccellenza del Made in Italy”.
“Un vettore energetico come l’idrogeno è un ottimo candidato per guidare verso l’indipendenza energetica del Paese. E nonostante una filiera produttiva ancora giovane, ai tavoli dell’Hydrogen Summit abbiamo potuto riunire aziende italiane che non hanno paura di investire e stanno dando prova della propria capacità di rispondere in maniera tangibile alle esigenze dei settori più disparati” ha concluso Massimiliano Pierini, General Managing di RX Italy. “Le tecnologie per la sua produzione e per l’uso ci sono quindi, ma per la loro valorizzazione è necessario intervenire su normative e regolamenti nazionali, con piani strategici e investimenti capaci di stimolare la domanda e la crescita del mercato”.