L’idrogeno ‘ruberà’ il 25% dell’attuale quota di mercato del petrolio entro il 2050, secondo la Bank of America
Almeno il 25% dell’attuale domanda globale di petrolio potrebbe reindirizzarsi verso l’idrogeno entro il 2050.
E’ il parere di Haim Israel, head of global thematic research di Bank of America, che – intervenendo nei gironi scorsi ad un programma di approfondimento dell’emittente statunitense CNBC – ha ricordato come il petrolio e il gas siano ormai vicini al loro picco: i valori massimi della domanda, secondo l’analista, verranno raggiunti già nel corso di questo decennio, dopo di ché inizierà un progressivo ma irreversibile declino. La ‘fame’ di combustibili fossili diminuirà per molte ragioni: dall’abbondanza di energia rinnovabile a costi sempre più competitivi alla diffusione della mobilità elettrica.
In questo contesto – ha specificato Israel – “crediamo che l’idrogeno potrà conquistare almeno il 25% di tutta l’attuale domanda di petrolio entro il 2050”. Secondo l’economista della Bank of American, infatti, “continueremo ad avere ancora bisogno di greggio nei prossimi anni, ma la sua quota di mercato è destinata a ridursi”. Dato per assodato uno scenario di questo tipo, per sopravvivere e continuare a svolgere un ruolo di primo piano nel panorama economico del futuro, le cosiddette ‘big oil’, ovvero la grandi corporation dell’industria oil&gas, non devono più proporsi come tali, ma piuttosto come ‘big energy’, svincolando il loro core business dagli idrocarburi e diversificando in misura molto maggiore le fonti, a partire ovviamente da un massiccio ricorso alle rinnovabili. Cosa che effettivamente molte major stanno già facendo, riducendo le risorse destinate a nuove esplorazioni e investendo invece nello sviluppo di progetti eolici o fotovoltaici.