L’industria automotive cinese spinge sull’idrogeno, col sostegno di Pechino
Il Governo di Pechino si prepara a lanciare un nuovo programma di incentivi pubblici per la mobilità a idrogeno e i principali produttori locali si adeguano annunciando ambiziosi obbiettivi di vendita per veicoli a fuel cell, che oggi sono ancora una nicchia piuttosto piccola del principale mercato automotive mondiale, dove invece hanno un ruolo preponderante i mezzi elettrici o ibridi.
Secondo la Reuters, infatti, al momento sono circa 7.000 le unità a idrogeno circolanti in Cina, rispetto agli oltre 4 milioni di mezzi full electric o ibridi, che godono da tempo di incentivi pubblici sul prezzo di vendita.
Ma ora la politica della Repubblica Popolare potrebbe cambiare: secondo fonti dell’agenzia di stampa britannica, infatti, entro fine mese Pechino annuncerà un nuovo piano per la mobilità a idrogeno, che avrebbe come obbiettivo non solo quello di agevolare la vendita di mezzi, ma piuttosto di sostenere la creazione di un nuovo modello di business, con annessa supply chain dedicata, in cui un ruolo determinante sarà svolto anche dalle municipalità e dalle aziende private del settore.
Una vera e propria filiera della mobilità a idrogeno, verso cui si stanno già muovendo i principali player nazionali.
SAIC Motor, il più grande produttore cinese di automobili, con partnership attive a livello internazionale insieme a colossi occidentali come Volkswagen e General Motor, ha annunciato che intende vendere oltre 10.000 mezzi a idrogeno entro il 2025, mentre il produttore di veicoli commerciali Beiqi Foton Motor, una controllata del gruppo BAIC, ha detto che punta a vendere 4.000 mezzi a idrogeno entro il 2023 e 15.000 entro il 2025.
Anche Toyota (giapponese) e Hyundai (sudcoreana) hanno già svelato i loro piani per sviluppare l’offerta di mezzi a idrogeno sul mercato cinese, il più vasto al mondo.
Il programma in fase di definizione da parte del Governo della Repubblica Popolare si dovrebbe concentrare inizialmente sui grandi centri del Paese come Pechino e Shanghai, e anche su alcune città della provincia settentrionale del Shanxi e di quella orientale di Jiangsu.