Lo shipping diventerà il primo consumatore globale di ammoniaca entro il 2050, secondo Lloyd’s Register
L’ammoniaca sarà il principale fuel marittimo del futuro, e l’industria dello shipping diventerà il primo consumatore globale di questo vettore energetico.
Questa, almeno, è la previsione di Lloyd’s Register (LR), gruppo britannico di certificazione navale e consulenza ingegneristica che – tramite il suo Maritime Decarbonisation Hub – ha delineato una serie di possibili scenari relativi al futuro mix energetico del comparto nel dossier ‘The Future of Maritime Fuels’.
LR ha identificato due scenari alternativi, uno basato sull’idrogeno e uno basato sui biofuel, analizzando per ciascuno di essi i futuri fabbisogni energetici e le possibili traiettorie di evoluzione della domanda.
Un lavoro di previsione da cui emerge che i combustibili a base di H2 diventeranno un elemento chiave della transizione energetica del trasporto marittimo: “I fuel hydrogen-based sono visti come i principali candidati per decarbonizzare lo shipping: in media, possono arrivare ad una quota del 14% del fuel mix entro il 2030 per raggiungere poi il 66% entro il 2050” è scritto infatti nel dossier.

Analizzando poi nel dettaglio lo scenario basato sull’idrogeno, LR evidenzia il ruolo centrale dell’ammoniaca, che potrà raggiungere entro il 2050 una quota del fuel mix pari al 46%, con una netta preponderanza della variante green del vettore (quindi quella derivata da idrogeno rinnovabile), la cui quota arriverà al 35% dei consumi totali (si tratta sempre di valori medi, che potranno mutare in funzione di una serie di variabili esterne, come le infrastrutture di distribuzione e il prezzo dei fuel concorrenti, sottolinea LR).
Ovviamente, la crescente diffusione di questi combustibili comporterà un forte aumento della domanda di energia per produrli: il fabbisogno dell’ammoniaca (blu e green) passerà infatti da 0,79 EJ (Exajoule) nel 2030 a 6,06 EJ nel 2050, valori che renderebbero lo shipping il principale consumatore di ammoniaca, rispetto ad altri settori economici e industriali (la produzione attuale di ammoniaca a livello globale, destinata principalmente all’industria dei fertilizzanti, equivale a circa 3,4 EJ).
In termini percentuali, il quantitativo di idrogeno necessario a rifornire di ammoniaca l’industria marittima sarà pari ad una quota compresa tra il 3,7% e il 7% di tutta la produzione mondiale di H2 nel 2030 e ad una quota compresa tra l’8,3% e il 17,5% entro il 2050. Valori che pongono una sfida non semplice – sottolinea LR – ovvero quella di scalare la capacità produttiva di idrogeno nel momento giusto, in tempo per soddisfare la crescente domanda di questo e di altri settori industriali, che potrebbe materializzarsi tutta nello stesso momento.
Un problema che la stessa industria marittima dovrà contribuire a risolvere, così come dovrà partecipare attivamente allo sviluppo delle infrastrutture di distribuzione dei nuovi fuel, se davvero diventerà il principale consumatore di ammoniaca a livello globale.