McPhy automatizza la produzione delle celle elettrolitiche nel suo stabilimento toscano

Entra nel vivo il piano di investimenti preannunciato da McPhy la scorsa primavera, che porterà l’azienda francese – tra i cui azionisti figurano alcune big company come EDF, Chart Industries e Technip Energies e Bpifrance (quest’ultima, in sostanza, è la Cassa Depositi e Prestiti transalpina; ndr) – a raggiungere una capacità di produzione di elettrolizzatori alcalini superiore ad 1 GW all’anno e che riguarda direttamente anche il potenziamento dello stabilimento italiano del gruppo, ubicato a San Miniato, in provincia di Pisa.

A fare il punto con HydroNews sullo sviluppo dell’attività di McPhy sono Marco Parigi, Global Sales Director PIEL Gas Generators and HRS per l’Italia, e Alessia Marini, Sales Manager, intercettati durante la fiera HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo in corso a Bologna (l’azienda si trova allo stand B12 del padiglione 32).

“A San Miniato – spiega Parigi – abbiamo un’area di quasi 8.000 metri quadrati, dove produciamo gli elettrolizzatori completi di taglia medio-piccola della serie Piel, che hanno una capacità compresa tra 2 e 10 Nm3/ora e un range di pressione tra 2 e 8 barm e anche le stack, ovvero le celle elettrolitiche, che sono il cuore degli impianti di maggior dimensione su scala multi-MW, ingegnerizzati in Germania, nella sede di Wildau”.

“Lo stabilimento pisano – prosegue Parigi – ha una capacità di 100 MW all’anno, che può crescere fino a 300 MW senza interventi strutturali, ma solo aumentando il ritmo della produzione, e proprio in questo periodo, è oggetto di un importante intervento di upgrade”. McPhy, a San Miniato, sta infatti implementando il sistema 5S, che consentirà di automatizzare completamente la produzione delle stack per gli elettrolizzatori multi-MW: “Fino ad ora le celle elettrolitiche venivano assemblate a mano da un operatore, mentre con l’automazione sarà un robot a svolgere questo passaggio, con un doppio vantaggio: da un lato la costruzione sarà più precisa, dall’altro potrà crescere il numero di pezzi realizzati in un determinato arco temporale, aumentando quindi la produttività dell’impianto”.

Ma a San Miniato, come ricorda Marini, McPhy porta avanti anche un importante lavoro di ricerca e sviluppo (R&D): “Collaboriamo con diverse università ed enti di ricerca per migliorare continuamente la qualità e le performance delle nostre stack. Abbiamo due test bench che lavorano in parallelo, per lo sviluppo della tecnologia”. Inoltre, aggiunge la Sales Manager dell’azienda francese, sempre a San Miniato, “abbiamo installato un ulteriore test bench che ci consente di testare e certificare le performance del prodotto finito, prima di consegnarlo ai clienti”.

L’assetto produttivo del gruppo vede poi, al fianco della sede italiana e di quella tedesca, il nuovo headquarter di Grenoble (che verrà inaugurato ufficialmente il 27 ottobre), dove McPhy realizza anche le sue HRS (hydrogen refueling station) con una capacità che, proprio grazie al nuovo impianto, è passata da 20 a 150 unità all’anno.

Infine – come ricordano Parigi e Marini – c’è la nuova gigafactory di Belfort, che riceverà 114 milioni di euro dal Governo francese nell’abito del programma europeo IPCEI Hy2Tech: “Quando il sito entrerà in funzione, nel 2024, la capacità complessiva del gruppo, in termini di produzione di elettrolizzatori, potrà arrivare fino a 1,3 GW sommando l’output della nuova factory francese alle potenzialità produttive dello stabilimento di San Miniato” conclude Parigi.