Meno di una settimana al convegno di WEC Italia e AIDIC sulle potenzialità dell’idrogeno
Manca meno di una settimana al convegno “Potenzialità della filiera dell’idrogeno nel contesto della transizione energetica”, in programma mercoledì 30 settembre, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma.
L’evento – di cui Hydronews è media partner – è promosso dal World Energy Council (WEC) Italia e AIDIC (Associazione Italiana di Ingegneria Chimica), organizzato da Mirumir, e parte dalle risultanze dell’Innovation Insights Brief WEC “New Hydrogen Economy – Hope or Hype?” e dal lancio dell’iniziativa mondiale “Hydrogen Global Charter”. La conferenza, che sarà possibile seguire anche in streaming, è una tappa di avvicinamento a HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo – in programma dal 5 al 7 maggio 2021 alla fiera di Bologna.
Numerosi saranno gli interventi dei protagonisti dell’industria energetica italiana, tra cui Mario Marchionna, Responsabile dell’innovazione tecnologica in Saipem, che spiega: “L’idrogeno sarà, da qui ai prossimi anni, la commodity che, insieme al GNL, accompagnerà il processo di transizione energetica e per questo Saipem sta concentrando la propria attenzione sia sulle tecnologie di produzione di idrogeno sia sui relativi aspetti infrastrutturali, che saranno decisivi per consentire una piena affermazione del nuovo vettore. Saipem ha adottato negli ultimi anni un nuovo modello di business: oggi siamo un global solution provider nei settori dell’energia e delle infrastrutture. Proponiamo ai nostri clienti soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle loro attività e aiutarli a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. In questo senso si inquadra la nostra diversificazione verso le energie rinnovabili, l’idrogeno in tutte le sue declinazioni industriali e la Carbon Capture & Storage (CCS), individuando soluzioni innovative e mettendo a sistema le nostre pluridecennali esperienze e competenze nel campo del gas naturale”.
Paolo Deiana, ricercatore dell’ENEA del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili, referente per le attività P2X, afferma che “la produzione di idrogeno da power, e in generale il P2X, rappresentano una delle possibili opzioni tecnologiche per la decarbonizzazione dei settori di produzione e uso finale dell’energia. Consentendo l’accumulo di energia su tempi anche stagionali ed il trasporto e la distribuzione anche su lunga distanza, favoriscono la penetrazione delle rinnovabili, con la produzione di vettori energetici fino al 100 per cento rinnovabili, incrementando la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico in particolare per i settori difficilmente elettrificabili come parte dell’industria e del trasporto”.
Gaetano Iaquaniello presidente di NextChem sottolinea invece che “il nodo centrale di una economia ‘green’ basata sull’idrogeno è il costo di produzione dell’idrogeno stesso: oggi, nel 2020, il rapporto tra il costo dell’idrogeno verde e quello dell’idrogeno convenzionale è di circa 1:4. Come fare? Aspettare che si arrivi ad una parità di costo nel 2030? La trasformazione dell’idrogeno da convenzionale a blue passa per una riduzione delle emissioni nel processo di SMR attraverso la sua elettrificazione, e passa per lo stoccaggio dell’eccesso di CO2 o la sua conversione in minerali da utilizzare nelle costruzioni, soluzioni già oggi praticabili. La produzione di idrogeno circolare da syngas ottenuto dal riciclo chimico di plasmix e CSS è anch’essa già una realtà, una possibilità concreta che NextChem sta sviluppando a livello progettuale con diverse aziende del settore petrolchimico, tra cui Eni. È una soluzione che mette insieme economia circolare e decarbonizzazione, è già cantierabile ed economicamente sostenibile. La transizione potrebbe iniziare da qui”.
Infine Marco Parigi, Global Sales PIEL Manager e MCLYZER Sales Manager Southern Europe di McPhy Italia afferma: “La produzione di idrogeno verde ovvero tramite elettrolizzatori alimentati da fonti energetiche rinnovabili, quali ad esempio il solare ed eolico, rappresenta soltanto il 4/5% della produzione globale. Tutto ciò dimostra quanta strada abbiamo ancora da percorrere, ma soprattutto l’ampia potenzialità di questo mercato. Infatti, considerando che sia il costo dell’energia che dei generatori sono in progressiva riduzione, noi di McPhy Energy Group così come tutti i nostri partner ed i vari players della filiera H2, siamo fortemente convinti che questa modalità di produzione può rivelarsi una soluzione fondamentale nel campo della transizione energetica e la decarbonizzazione del mondo industriale e dei trasporti. Per questo disponiamo di una vasta gamma di prodotti in grado di soddisfare le più svariate esigenze: dalle macchine per l’industria di precisione della gamma Piel, di cui siamo progettisti e produttori esclusivi, agli elettrolizzatori McLyzer, fino alle grandi piattaforme industriali multi-MW specifiche inoltre per ricarica di veicoli elettrici a celle a combustibile o stoccaggio e recupero del surplus di energia elettrica basato proprio su fonti rinnovabili”.