Monti (Edison): “Per la transizione servono politiche europee più pragmatiche e meno ideologiche”
di Francesco Bottino
Milano – Le politiche energetiche definite dall’Unione Europea per raggiungere l’obbiettivo della decarbonizzazione, a partire dal pacchetto normativo ‘Fit for 55’ che traguarda il target intermedio di una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, sono il frutto di un approccio più ideologico che pragmatico e rischiano di avere effetti controproducenti, specie in tema di sostenibilità economica e sociale della transizione energetica.
Su questo si sono trovati d’accordo molti dei relatori del convegno ‘Fit for investment? Piano e programmi per la transizione ecologica. Una comparazione internazionale’, organizzato a Milano dalla divisione italiana dell’World Energy Council (WEC) e dal gruppo Edison.
A patire dal ‘padrone di casa’, l’Amministratore delegato del gruppo energetico di Foro Bonaparte Nicola Monti, secondo cui “la normativa europea sulla decarbonizzazione dovrebbe essere caratterizzata da una maggiore neutralità tecnologica. Ad oggi infatti Bruxelles punta molto su alcune soluzioni, a partire dall’elettrificazione, ma ne trascura altre che invece sarebbero utili per favorire fin da subito un processo di riduzione delle emissioni”. Tra queste, secondo Monti, “il gas naturale, fortemente penalizzato dalle politiche comunitarie negli ultimi anni, e la CCS”. Per il numero uno di Edison sarebbe invece necessario sposare una ‘vision’ più laica, “in grado di considerare tutte le tecnologie oggi disponibili guardando anche all’impatto sociale ed economico delle transizione. Non dimentichiamo che McKinsey stima un incremento medio del costo dell’energia pari al 25% nei prossimi anni, in conseguenza proprio al percorso di decarbomizzazione”.
In ogni caso, i fondi del PNRR saranno in grado di dare una forte spinta a questo processo, anche se – ha concluso Monti – “il ruolo delle aziende con le proprie competenze e i propri capitali sarà cruciale per massimizzare l’effetto moltiplicatore degli investimenti e trasformare il sistema energetico in modo realmente sostenibile, sicuro e inclusivo”.
Marco Margheri, Presidente del WEC Italia, ha fornito una panoramica delle politiche di transizione energetica in fase di implementazione negli Stati Uniti, e a margine dell’evento ha poi sottolineato che “la transizione energetica è al centro delle politiche italiane, europee e internazionali, ma oggi è minacciata dalla crisi dei prezzi e da un ritorno prepotente delle questioni geopolitiche sulla scena. Dobbiamo ragionare su come continuare e accelerare la transizione sostenibile, realizzando tuttavia con rapidità quegli interventi che ne consenta un’evoluzione sicura e competitiva. Il quadro degli investimenti è essenziale, così come la cooperazione tra i diversi protagonisti del sistema energetico. Anche tra Europa e Stati Uniti vanno accelerate le cooperazioni sul fronte regolatorio tecnologico per creare uno spazio di mercato e innovazione sempre più integrato e aperto agli investimenti”.
Di investimenti nella transizione energetica a livello globale ha parlato anche Alessandro Blasi (Special Advisor dell’ Executive Director dell’IEA), mentre Stefano Grassi (Capo di Gabinetto del Commissario europeo all’Energia) ha focalizzato l’attenzione sulle politiche di Bruxelles (concentrandosi in particolare sull’idrogeno).
Il Presidente di ENEA Gilberto Dialuce ha quindi passato in rassegna alcuni dei principali dossier su cui si sta concentrando il lavoro dell’agenzia – tra cui la realizzazione di una ‘hydrogen valley’ presso il Centro di Ricerca di Casaccia – per lasciare poi spazio alla tavola rotonda moderata da Paolo D’Ermo, Segretario Generale di WEC Italia, e animata dagli interventi di Giuseppe Ricci (Presidente di AIDIC), Dario Soria (Direttore Generale di Assocostieri), Iulca Collevecchio (Area Tecnica, Affari Normativi e Regolatori di Elettricità Futura), Fabrizio Falconi (Regulatory Affairs Coordinator di Utilitalia), Franco Del Manso (Responsabile Rapporti Internazionali Ambientali e Tecnici di UNEM) e Francesco Bicciato (Segretario Generale di Finanza Sostenibile).