Navi ‘porta-idrogeno’: nuove tecnologie in arrivo dal Giappone
Il cantiere giapponese Kawasaki Heavy Industries ha ottenuto da Nippon Kaiji Kyokai (ClassNK), il registro navale nazionale, l’Approval in Principle (AiP) per il più grande impianto di contenimento del carico a bordo destinato a navi per il trasporto di idrogeno liquido.
L’apparato di stoccaggio oggetto di questa certificazione preliminare è progettato per contenere H2 liquefatto ad una temperatura di -253 gradi, condizione che consente una riduzione del volume dell’idrogeno pari a 8 volte rispetto allo stato gassoso. Elemento essenziale, quest’ultimo, per consentire il trasporto via mare di grandi volumi di prodotto.
Questo innovativo sistema di contenimento del carico è stato progettato e sviluppato come evoluzione degli impianti presenti a bordo della Suiso Frontier, la prima nave porta-idrogeno liquido del mondo, costruita nei mesi scorsi proprio da Kawasaki Heavy Industries e in grado di trasportare 1.250 metri cubi di H2.
Si tratta di un passo avanti poiché il nuovo sistema sviluppato dal costruttore nipponico consentirà alle unità di nuova generazione di raggiungere capacità di carico simili e quelle delle navi che trasportano GNL (gas naturale liquefatto), che tipicamente raggiungono diverse migliaia di metri cubi di portata.
Lo studio dei materiali ha consentito di dotare i serbatoi di un’elevata flessibilità e resistenza ai mutamenti di temperatura, situazione che si verifica durante il carico a bordo dell’idrogeno liquefatto. Inoltre, un sistema di isolamento ad alte prestazioni verrà utilizzato per ridurre al minimo i fenomeni di boil-off gas (BOG) che spesso si possono verificare durante le operazioni di carico dei gas liquefatti. Il BOG che dovesse eventualmente sprigionarsi verrà comunque raccolto e potrà essere utilizzato per la propulsione della nave stessa, riducendo le emissioni di CO2 connesse con le attività di trasporto dell’H2.