Nel ‘nuovo’ REPowerEU Bruxelles conferma i target sull’H2 e stanzia altri 200 milioni per la Clean Hydrogen Partnership

di Francesco Bottino

La Commissione Europea ha presentato ufficialmente oggi (18 maggio; ndr) la nuova versione ‘potenziata’ del programma REPowerEU, in cui vengono definite le politiche da adottare per accelerare il superamento dell’attuale dipendenza energetica dalla Russia puntando su riduzione dei consumi (quindi maggiore efficienza), diversificazione delle fonti di approvvigionamento (con maggior ricorso al GNL) e sviluppo delle rinnovabili (compresi biometano e idrogeno).

Una strategia in cui l’H2 trova uno spazio importante. La Commissione, infatti, nel documento (consultabile a questo link) conferma nuovi e più ambiziosi target preannunciati nelle scorse settimane: 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotte interamente all’UE e altri 10 milioni di tonnellate importante, entro il 2030.

Per raggiungere questi obbiettivi, Bruxelles intende agire su più fronti, richiedendo innanzitutto a Parlamento e Consiglio di allineare i sub-target di utilizzo di fuel rinnovabili di origine non biologica per industria e trasporti della Renewable Energy Directive a quelli del REPowerEU, ovvero rispettivamente 75% e 5%, e puntando a concludere rapidamente la revisione del pacchetto normativo ‘Hydrogen and Gas Market’.

Tra le altre misure previste c’è poi l’aumento degli investimenti di Horizon Europe sul tema H2, con ulteriori 200 milioni di euro destinati alla Clean Hydrogen Partnership (la ex Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking) per raddoppiare il numero di future ‘hydrogen valley’ europee, e la pubblicazione in tempi rapidi di due Atti Delegati relativi alla classificazione e alla produzione di idrogeno rinnovabile.

La Commissione intende poi completare l’individuazione dei progetti IPCEI (Important Projects of Common European Interest) sull’idrogeno entro l’estate e avviare un processo di revisione annuale a partire dal 2025, in collaborazione con gli Stati membri, sulla diffusione dell’H2 nei settori ‘hard to abate’ come industria e trasporti.

Ma tra la produzione e gli utilizzi finali ci dovrà essere un’infrastruttura in grado distribuire l’idrogeno (sia quello prodotto internamente sia quello importato): un network di questo tipo oggi – scrive la Commissione – è ancora in una fase del tutto embrionale, ma il suo sviluppo è stato definito e richiederà investimenti compresi tra 28 e 38 miliardi di euro per le pipeline e di 6-11 miliardi per gli stoccaggi.

Per facilitare l’import di 10 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno rinnovabile, come previsto in REPowerEU, la Commissione supporterà poi la creazione di 3 corridoi logistici: uno nel Mediterraneo, uno nel Mare del Nord e – non appena ciò sarà possibile – uno attraverso l’Ucraina.

Tornando invece agli usi finali dell’idrogeno, per facilitare la sua introduzione nei cicli di produzione industriale, Bruxelles prevede di istituire incentivi nella forma di ‘Contract for Difference’ e ‘finestre’ dedicate nell’Innovation Fund, per supportare lo switch dell’attuale produzione di idrogeno per l’industria dalla variante grigia a quella verde e per la transizione verso l’H2 di comparti che fino ad ora non lo utilizzavano, come quello siderurgico.