NextChem: l’Hydrogen Vicepresident Alberto Litta Modignani svela i dettagli del progetto di Sines

di Francesco Bottino

Milano – Il contratto firmato nei giorni scorsi in occasione di Gastech 2022 da NextChem e MadoquaPower2X (consorzio costituito da Madoqua Renewables, CIP Energy Transition Fund e Power2X) per i servizi di ingegneria (Pre-FEED) di un nuovo impianto di produzione di idrogeno e ammoniaca green a Sines, in Portogallo, è solo uno degli incarichi di questo tipo ottenuti recentemente dall’azienda del gruppo Maire Tecnimont.

“La nostra pipeline di progetti in ambito idrogeno e ammoniaca, nell’ultimo anno, è cresciuta esponenzialmente, senza peraltro un eccessivo sforzo di business development da parte nostra” assicura ad HydroNews Alberto Litta Modignani, Hydrogen Vicepresident di NextChem. “In parte ciò è dovuto al crescente interesse globale verso questi carrier energetici low carbon, e in parte al fatto che il nostro gruppo è sicuramente percepito come un interlocutore ‘naturale’ nel settore della petrolchimica e dell’ammoniaca in particolare, ambito quest’ultimo sul quale si concentrano molte delle nuove iniziative in cui siamo stati coinvolti di recente”.

Tra queste c’è, appunto, quella portoghese, di cui Litta Modignani rivela alla nostra testata alcuni dettagli nel corso di un’intervista rilasciata durante la fiera milanese presso lo stand del gruppo Maire Tecnimont.

“L’impianto, grazie ad una capacità di elettrolisi di 500 MW e a produzione di energia eolica e solare dedicata a co-localizzata, sarà in grado di generare 1.500 tonnellate di ammoniaca green al giorno, che poi verrà imbarcata via nave ed esportata verso il Nord Europa”. Il manager italiano per il momento non è in grado di rivelare quale sarà il porto di destinazione, né l’offtaker del prodotto: “Sono aspetti ancora confidenziali, su cui i promotori dell’iniziativa stanno lavorando proprio in queste settimane”.

Quello che è certo – secondo l’Hydrogen Vicepresident di NextChem – è che questo progetto, pur avendo caratteristiche analoghe a quelle di altri progetti in fase di sviluppo in questo periodo ed essendo promosso da un’azienda privata come Madoqua Ventures, “ha saputo catalizzare l’interesse di stakeholder seri e credibili, come per esempio il fondo Copenhagen Infrastructure Partners, che da alcuni anni sta finanziando in Europa iniziative molto selezionate e di primo piano sull’H2 green”.

In questo scenario, quindi, il ruolo di NextChem sarà quello di affiancare gli sviluppatori, inizialmente nella fase di definizione del progetto e, auspicabilmente, anche in quelle realizzative: “Abbiamo definito un accordo che prevede di partire con il pre-FEED e quindi con l’ingegneria minima necessaria all’ottenimento dei permessi e con gli ‘early studies’, ovvero con la definizione della configurazione ottimale dell’impianto. Dopo di che si procederà con la fase di FEED che presuppone l’ingegneria completa e dettagliata”.

L’importanza di questo progetto, in ogni caso, non sta solo nei profili tecnici o nei numeri, ma risiede – per Litta Modignani – nel cambio di approccio adottato: “Quando qualche anno fa si sviluppavano i primi impianti di idrogeno verde, i promotori partivano contattando subito tecnologi e fornitori di elettrolizzatori, perché temevano di non avere accesso alla tecnologia. Oggi invece si è capito che, per poter garantire la performance operativa di tutto l’impianto, di cui l’elettrolizzatore è soltanto una parte, è necessario un approccio coordinato e quindi gli integratori e gli EPC contractor vengono coinvolti fin dall’inizio, per poter definire al meglio configurazione e caratteristiche dell’equipment necessario, che solo dopo si andrà a cercare rivolgendosi, in questa fase si, direttamente ai fornitori ritenuti più adatti”.