Nuove regole per una rete di trasporto dell’idrogeno: il punto nella newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (GME)

Come dovranno evolvere, in che direzione e con che tempistiche, i modelli di regolamentazione delle reti di trasporto dell’idrogeno, di cui ci sarà crescente necessità, in Europa, dopo il 2025?

Su questo si sono interrogati, fornendo la loro visione all’interno dell’ultimo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (GME), gli analisti Claudia Checchi e Giuseppe Maggiulli di Ref-E.

Nel documento, disponibile in versione integrale sul sito del GME, i due ricercatori sostengono – riporta l’AdnKronos – che “il fabbisogno di nuove reti, almeno in un primo periodo, resterà comunque contenuto”, ma già tra il 2025 e il 2030, “con l’aumento della domanda di idrogeno proveniente principalmente dai settori hard-to-abate (oggi alimentati a gas naturale), si dovrà provvedere ad uno sviluppo più capillare dell’infrastruttura di trasporto, prevedendo oltre alla riconversione dei gasdotti esistenti, la realizzazione di nuove infrastrutture dedicate”.

E’ in questo contesto che si evidenzierà la necessità di definire un nuovo quadro regolatorio: “La Direttiva 2009/73/CE, che definisce le regole comuni per il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio di gas naturale può infatti essere applicata al solo caso dell’idrogeno miscelato con il gas naturale, lasciando fuori dal perimetro regolatorio l’idrogeno puro. In questo contesto di carenza regolatoria per le reti dell’idrogeno, si inseriscono le prime indicazioni dei regolatori europei, realizzate in termini di raccomandazioni con l’intento di assistere la Commissione europea nella valutazione di diverse alternative in vista di una legislazione sull’idrogeno e dell’integrazione dei sistemi energetici”.

Al momento, secondo la ricostruzione degli esperti di Ref-E, non ci sarebbero ostacoli “alla possibile realizzazione di reti private e escluse dal perimetro regolatorio, ma la Commissione Europea dovrebbe applicare un sistema dinamico, basato su analisi e monitoraggi periodici dei mercati al fine di valutare l’esistenza o la probabilità che si possa innescare una situazione di monopolio naturale, con il conseguente rischio di abuso di posizione dominante da parte del proprietario dell’infrastruttura di trasporto dell’idrogeno”.

In questo senso, hanno proseguito gli analisti del Ref-E “Acer e Ceer considerano possibile un’estensione del modello di governance delle reti del gas, anche alle reti per l’idrogeno” ma oltre ai principi del third-party-access e di non discriminazione, altri principi da integrare nel modello di governance delle infrastrutture per l‘idrogeno dovranno riguardare “la separazione della proprietà per le imprese verticalmente integrate (unbundling); la gestione delle reti, che dovrà essere di competenza di un’entità regolamentata posta sotto il costante monitoraggio delle Autorità nazionali di regolamentazione, secondo regole e parametri definiti in modo chiaro; la trasparenza delle informazioni rilevanti; la definizione di regole di protezione dei consumatori, qualora l’idrogeno venga utilizzato direttamente dalle famiglie”.

Nella prima fase di sviluppo della filiera dell’idrogeno, infine, “nel caso di una regolamentazione specifica per le reti dello stesso, sarà necessario prevedere l’implementazione di un regime di esenzioni che consenta di facilitare la realizzazione del sistema di connessione locale (business-to-business) tra domanda e produzione”. In sostanza, evidenziano i due analisti del Ref-E “l’incremento della produzione e della domanda necessario per portare la quota dell’idrogeno ai valori del 13-14% rispetto al mix di produzione energetica europea al 2050, così come prospettato dalla Commissione Europea, non potrà essere il risultato unicamente dei meccanismi di mercato. Si renderà infatti necessario non solo sostenere gli investimenti, promuovere la ricerca e la cooperazione con gli altri paesi membri, ma anche avviare un programma di pianificazione per lo sviluppo delle infrastrutture per il trasporto e il rifornimento dell’idrogeno, definendo in maniera chiara quelli che saranno i principi regolatori, delle nuove reti”, hanno concluso Checchi e Maggiulli.

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