Nuovi target sull’idrogeno nella direttiva RED III: cosa dice l’accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio dell’UE
di Francesco Bottino
Parlamento Europeo e Consiglio dell’UE hanno raggiunto un accordo riguardo la nuova versione della direttiva sulle energie rinnovabili, identificata con al sigla RED III che, seppure provvisorio – il provvedimento dovrà ora essere approvato in via definitiva dal Parlamento e dai Governi dei singoli Stati membri – identifica target più ambizioni in materia di energia rinnovabile e anche di idrogeno.
In linea generale, le energie rinnovabili dovranno costituire almeno il 42,5% del mix energetico dell’Unione entro 2030, ma la RED III individua obbiettivi specifici per i diversi settori economici.
Trasporti
Il settore dei trasporti potrà raggiungere, alternativamente, uno dei seguenti obbiettivi, entro la fine del decennio: una riduzione del 14,5% delle emissioni complessive di gas a effetto serra (GHG) tramite l’utilizzo di rinnovabili, oppure una penetrazione delle rinnovabili del 29% nel mix del settore.
Inoltre, nell’ambito del consumo energetico finale dei trasporti, il 5,5% della domanda dovrà essere soddisfatta attraverso l’utilizzo combinato di biofuel e di renewable fuels on non-biological origin (RFNBO), che sono in gran parte derivati dall’idrogeno. La penetrazione di questi ultimi dovrà raggiungere, in ogni caso, una soglia minima dell’1% (pari a circa un milione di tonnellate annue).
Industria
L’industria europea dovrà progressivamente incrementare l’utilizzo della quota di energia rinnovabile dell’1,6% all’anno. Inoltre, al 2030 il 42% dell’idrogeno consumato dal settore dovrà derivare da combustibili RFNBO, valore che salirà al 60% entro il 2035.
Sono previste tuttavia alcune deroghe: i target potranno essere ‘scontati’ del 20% se verranno rispettate due condizioni: lo Stato membro avrà rispettato il suo contributo previsto agli obbiettivi generali dalla RED III per l’intera UE; la quota di idrogeno prodotto da fonti fossili, sul totale dell’output nazionale, non supererà il 20% (condizione che, come evidenzia l’associazione Hydrogen Europe, lascia ai singoli Paesi la flessibilità per poter sviluppare anche l’idrogeno da energia nucleare).
Altri settori
L’accordo raggiunto sulla direttiva prevede inoltre un target del 49% di utilizzo di energia rinnovabile nel settore dell’edilizia e del condizionamento, e definisce una serie di parametri in relazione ai combustibili di origine biologica.
Il provvedimento fissa inoltre l’obbiettivo di una semplificazione delle procedure autorizzative dei progetti di energia rinnovabile, in modo da rendere più rapida l’installazione di nuova capacità e di conseguenza il raggiungimento dell’obbiettivo dell’indipendenza dai combustibili fossili di origine russa, in linea con il programma REPowerEU.
Il commento di Hydrogen Europe
“Finalmente gli investitori ricevono indicazioni chiare, con l’introduzione di target vincolanti per la diffusione dell’idrogeno rinnovabile nei settori dei trasporti e dell’industria” ha dichiarato Jorgo Chatzimarkakis, CEO di Hydrogen Europe. “Hydrogen Europe palude all’approvazione di questo fondamentale provvedimento legislativo, che pone le fondamenta per la nascita di un’economia europea dell’idrogeno pulito. La RED III costituisce una tessera essenziale del ‘puzzle’ normativo, definendo volumi prevedibili per il futuro mercato dell’idrogeno rinnovabile”.
“La flessibilità introdotta in relazione agli obbiettivi fissati per l’industria – ha aggiunto Daniel Fraile, Chief Policy Officer di Hydrogen Europe – è particolarmente apprezzabile, sopratutto alla luce delle regole molto restrittive introdotte sugli RNFBO lo scorso febbraio (con l’Atto Delegato sui renewable fuels of non-biological origin; ndr), che rendono decisamente sfidante per le aziende rispettare i target, sopratutto in Paesi dove l’accesso alle fonti rinnovabili è limitato. Per quanto riguarda i trasporti, avremmo auspicato obbiettivi più ambiziosi”.