Patuanelli: “L’Italia deve puntare su H2 verde da solare, stanzieremo cifre pari a quelle degli altri Paesi europei”

di Francesco Bottino

Il Governo italiano è deciso a investire in misura massiccia, al pari di quanto faranno altri Paesi europei, sull’idrogeno verde, e punta tutto sull’elettrolisi alimentata da energia fotovoltaica per diventare il primo produttore del continente.

Lo ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, nel corso di un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera sul tema dell’individuazione delle priorità dell’utilizzo del RecoveryFund.

Secondo il titolare del MISE, la diffusione dell’H2 in campo energetico può essere paragonabile “alla svolta che c’è stata col passaggio dai vecchi telefoni cellulari agli smartphone”. Quello che si prefigura è “un vero e proprio cambio di paradigma e di modalità nel trasporto e nello stoccaggio dell’energia. Nell’ottica di una transizione verso fonti sostenibili, l’idrogeno credo sia davvero il tema centrale”.

Patuanelli ha quindi ricordato che il Governo, nel DL Agosto, “ha già stanziato 950 milioni per il Fondo IPCEI a sostegno di progetti di interesse europeo nel campo di tre nuove tecnologie: batterie, microprocessori e idrogeno”, ma ha anche aggiunto che l’Italia intende “pareggiare gli importi che gli altri paesi europei stanno investendo sul tema dell’idrogeno” (la Germania ha stanziato 9 miliardi di euro e la Francia 7 miliardi).

Il Ministro ha poi dato indicazioni abbastanza precise su quella che dovrà essere la strategia nazionale in questo ambito: “Se il nostro Paese avrà la forza spostare dibattito su idrogeno verde generato con energia fotovoltaica, e non eolica – ha infatti dichiarato in Commissione – riuscirà a diventare il primo polo di produzione di idrogeno con elettrolisi”.

In questo scenario, “l’Italia potrò diventare il punto di partenza della distribuzione di energia in Europa, e non sarà più l’ultimo punto di arrivo della catena, come accade oggi per il gas. Noi scontiamo il fatto di essere ultimo punto di arrivo in UE del gas: possiamo invertire questa dinamica se avremo la forza di far capire che l’incentivazione massima deve essere data all’idrogeno prodotto da fonte fotovoltaica”.

Una sfida che potrebbe non rivelarsi semplice: se infatti il nostro Paese può contare su una buona produzione di energia solare, e soprattutto sulla vicinanza geografica con il Nord Africa, dove presumibilmente si concentreranno i grossi hub del fotovoltaico nei prossimi anni, Germania e Francia, che hanno già annunciato l’intenzione di definire strategie comuni sull’idrogeno, hanno invece una maggiore disponibilità di energia eolica, soprattutto grazie alle grandi installazioni offshore nel Mare del Nord.

Non è da escludere quindi che, anche in tema di H2, si possa profilare all’interno dell’UE, se non uno scontro, quantomeno una discrepanza di interessi tra il blocco nordico (anche l’Olanda è ricca di impianti eolici) e quello dei Paesi dell’area Mediterranea.

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