Per DNV la crisi ucraina non rallenterà la transizione e favorirà l’H2 verde a discapito di quello blu
L’attuale guerra in Ucraina non rallenterà la transizione energetica, anzi potrebbe perfino imprimere un’accelerazione a questo processo, e favorirà lo sviluppo dell’idrogeno verde rispetto alla variane blu.
Sono alcune delle previsioni formulate da DNV in un recente ‘paper’, mirato proprio a valutare l’impatto del conflitto in corso sul sistema energetico europeo. Un impatto non facile da definire, poiché molto dipenderà – secondo la società di certificazione norvegese – dalla durata dalla crisi geopolitica, ma la cui direzione sembra già chiaramente individuabile: piuttosto che rallentare la transizione energetica, il tentativo di ridurre la dipendenza dalle forniture russe di gas da parte di Bruxelles e dei Paesi membri dell’UE potrebbe addirittura accelerarla, favorendo un sostegno più marcato alle alternative ai combustibili fossili, a partire ovviamente dalle rinnovabili e dall’idrogeno.
E parlando nello specifico di H2, DNV sottolinea come il vettore rivesta un ruolo centrale nelle nuove strategie energetiche del Vecchio Continente, anche se il problema attuale è la sua scarsa disponibilità.
E qui si apre il tema dei ‘colori’ dell’idrogeno: recentemente pare che in Germania si stia riducendo l’opposizione politica alla variante blu, ma secondo il report di DNV in questa fase in cui l’Europa è alla disperata ricerca di tutto il gas disponibile per sostituire le forniture russe, è molto difficile poter immaginare che ne rimangano quantitativi sufficienti da destinare alla produzione di H2.
Inoltre, con prezzi del gas naturale sempre più alti e i costi della cattura della CO2, il prezzo dell’idrogeno blu, pur restando più basso di quello della variante verde e rinnovabile ancora per alcuni anni, ha perso notevolmente di competitività.
Motivo per cui DNV prevede una riduzione, piuttosto che un aumento, della diffusione dell’H2 prodotto da SRM e CCS in conseguenza della guerra in Ucraina, stimando un consumo generalizzato piuttosto basso di questa variante dell’idrogeno al 2030.
Al contrario, pur avendo il Vecchio Continente una disponibilità complessivamente limitata di energia rinnovabile, la crescita della quota di queste di fonti nel mix continua ed essere indicato dai policymaker europei come obbiettivo prioritario, e per questo DNV prevede un ulteriore potenziamento delle forme di sostengo anche all’idrogeno green, che di conseguenza potrà diventare sempre più competitivo.
La società norvegese ha quindi rivisto le sue stime al 2030 sia in relazione al costo dell’H2 verde, la cui previsione è stata ridotta del 12%, sia per quanto riguarda la diffusione del combustibile, che pur restando complessivamente contenuta potrebbe essere del 25% maggiore rispetto a quanto precedentemente preventivato dalla stessa DNV.