Per importare H2 l’Italia avrà bisogno di un’infrastruttura logistica dedicata: il punto nello studio di Nomisma Energia

Per poter soddisfare la futura domanda di idrogeno italiana, sarà inevitabile ricorrere in misura abbondante alle importazioni dall’estero, motivo per cui si rende necessario fin da ora delineare e realizzare progressivamente una nuova infrastruttura logistica dedicata.

È quanto emerge dallo studio ‘Transizione Energetica, scenari e impatto sulle infrastrutture costiere di logistica energetica’ realizzato da Nomisma Energia per conto di Assocostieri, presentato da Davide Tabarelli e Alessandro Bianchi, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato della società di analisi, nel corso della conferenza ‘La logistica energetica e le sfide della sostenibilità – Un mix di fonti per accompagnare la transizione energetica ed ecologica’ organizzata a Napoli dall’associazione italiana della logistica energetica contestualmente alla sua Assemblea annuale.

Secondo il report, che cita dati forniti da Snam e Terna, la produzione interna di idrogeno in modalità ‘Power to Gas’ nel 2040 si fermerà a 0,8 miliardi di metri cubi metano equivalente, valore assolutamente insufficiente a soddisfare una domanda nazionale che, nello stesso orizzonte temporale, avrà raggiunto 7,3 miliardi di metri cubi metano equivalente.

Motivo per cui, secondo Nomisma, sarà necessario coprire questa domanda “con importazioni di idrogeno verde prodotto all’estero e, marginalmente, con la produzione interna di idrogeno blu originato da gas naturale importato dall’estero”.

Ciò – si legge nel report – “richiederà infrastrutture logistiche specifiche e di nuova concezione, localizzate probabilmente in contiguità con gli attuali poli logistici”.

Nomisma prevede inoltre un possibile sviluppo di una logistica dell’ammoniaca, elemento “più versatile ed economico rispetto all’idrogeno puro”. L’ammoniaca verrà in parte prodotta internamente utilizzando la disponibilità di energia rinnovabile in eccesso, ma principalmente sarà importata via nave in forma liquida, stoccata e poi utilizzata come combustibile, o per ottenere nuovamente elettricità o ancora come carburante per i trasporti.

Nel corso dell’evento di Assocostieri, il tema idrogeno è tornato anche nell’intervento di Stefano Marsella, Direttore Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, che ha parlato dell’argomento in relazione agli aspetti legati alla sicurezza: “Ad oggi la normativa è molto limitata e in gran parte ancora da definire, ma ci sono già diversi tavoli di lavoro a livello nazionale ed europeo. Tra le questioni da affrontare quelle relative al funzionamento degli elettrolizzatori, o per esempio quelle che riguardano lo stoccaggio di H2, i protocolli in caso di soccorso per incidente, o ancora le linee guida di sicurezza per il passaggio di treni a idrogeno nelle gallerie, che abbondano sulla nostra rete ferroviaria nazionale”.