Per Wood Mackenzie lo scale-up è vicino: “Gli anni ’20 saranno il decennio dell’idrogeno”

Lo scale-up dell’idrogeno, ovvero il salto dimensionale che l’industria deve compiere a livello globale per rendere il prodotto competitivo con altri combustibili, è ormai ben visibile all’orizzonte secondo Wood Mackenzie, ed è anche piuttosto a portata di mano, tanto che la società di analisi non esita a definire gli anni ’20 “il decennio dell’idrogeno”.

Secondo un recente report sul tema diffuso dalla società e redatto dal Senior Research Analyst Ben Gallagher, il gran numero di progetti per la produzione di idrogeno verde annunciato negli ultimi 10 mesi, per una capacità complessiva passata da 3,5 a 15 GW, è sufficientemente ampio e stabile per avviare il cosiddetto scale-up, e parallelamente far abbassare il prezzi del ‘green hydrogen’, rendendolo competitivo con la altre forme di H2 prodotte partendo da fonti fossili.

“In media, il costo di produzione dell’idrogeno verde dovrebbe pareggiare quello dell’idrogeno ricavato da combustibile fossile entro il 2040. Ma in alcuni Paesi, come per esempio la Germania, questo livellamento potrebbe avvenire decisamente prima, entro il 2030” ha spiegato Gallagher. “Data la crescita che abbiamo registrato in quest’ultimo periodo, è ragionevole pensare che gli anni ’20 saranno il decennio dell’idrogeno. L’aumento di prezzo dei combustibili fossili migliorerà la competitività delle fonti ecosostenibili, creando un contesto ancor più favorevole all’idrogeno verde nei prossimi anni”.

Ad oggi, ricorda poi Wood Mackenzie, l’idrogeno grigio, quello prodotto da SMR, è il più economico, ma il suo costo è destinato a salire parallelamente all’incremento di prezzo previsto per il gas naturale (con cui è prodotto), registrando un +82% entro il 2040.

Dinamica analoga a quella che – per ovvie ragioni – subirà anche l’idrogeno blu, che differisce dalla variante grigia solo per la cattura della CO2 emessa e il cui costo, sempre secondo il report, dovrebbe aumentare del 59% entro i prossimi 20 anni. Inoltre, la sua effettiva diffusione sul mercato è strettamente connessa allo sviluppo delle tecnologie di CCS (Carbon Capture and Storage), che fino ad ora si sono dimostrate costose e non sempre affidabili.

“Pur consapevoli di tutte le sfide che attendono il nascente mercato dell’idrogeno verde, siamo fermamente convinti che presto avremo a che fare con una qualche forma di economia dell’H2 low-carbon” ha assicurato l’analista di Wood Mackenzie.

“Considerando l’esplicita presa di posizione delle istituzioni politiche e il supporto che ha ottenuto da parte dell’industria privata e di diversi organismi sociali, l’idrogeno verde potrà infatti – secondo Gallagher – raggiungere livelli produttivi tali da far abbattere rapidamente il suo costo. Un percorso virtuoso che potrà accelerare ulteriormente se ci saranno contributi pubblici mirati allo sviluppo del settore. La transizione energetica è un processo dinamico, ma se il 2020 ci ha dato qualche indicazione, lo ha fatto in direzione del green hydrogen”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *