PNRR: nel decreto del MEF il cronoprogramma degli interventi relativi all’idrogeno

di Francesco Bottino

Con un decreto ministeriale firmato l’8 agosto, e recentemente approvato dalla Ragioneria dello Stato, il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha disposto l’assegnazione delle risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – 191,5 miliardi totali, di cui 124,5 per nuovi progetti, 51,4 per progetti in essere e 15,6 per progetti finanziati con il Fondo sviluppo coesione – a 23 diverse amministrazioni centrali, a partire dai Ministeri, le quali dovranno poi impiegarle per finanziare i progetti che ricadono nei rispettivi ambiti di competenza.

Per ciò che concerne l’idrogeno – in base ai contenuti della bozza di decreto circolata in questi giorni su diversi media (tra cui Staffetta Quotidiana e Edilportale) – il MIMS (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili), in collaborazione con il MiTE (Ministero della Transizione Ecologica), dovrà distribuire 230 milioni di euro a nuovi progetti di sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale e 300 milioni a progetti, anche in questo caso nuovi, di sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario.

Di piena titolarità del MiTE saranno invece 500 milioni per la produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (con la conseguente creazione delle ‘hydrogen valley’), ben 2 miliardi di euro per iniziative di utilizzo del vettore in settori hard-to-abate, 160 milioni di euro per finanziare nuovi progetti di ricerca e sviluppo sull’H2 e altri 450 milioni per la costruzione di elettrolizzatori.

Questo per quanto riguarda l’allegato A del decreto, mentre nell’allegato B il MEF scandisce le tempistiche di avvio e realizzazione di questi progetti.

Entro la metà del 2022 dovranno essere stati aggiudicati tutti i contratti di ricerca in tema di H2, e alla stessa data dovranno essere entrarti in vigore gli incentivi fiscali tesi a promuovere la competitività dell’idrogeno. Misure entrambe di competenza del MiTE. E sempre entro la metà del 2022 (di preciso, il 30 giugno del prossimo anno), il dicastero guidato da Roberto Cingolani dovrà anche aver assegnato le risorse destinate alla produzione di elettrolizzatori e aver emanato l’atto nazionale di assegnazione dei finanziamenti necessari a sostenere i progetti partecipanti all’IPCEI.

Il MIMS avrà tempo invece fino alla metà dell’anno successivo per aggiudicare tutti gli appalti pubblici relativi allo sviluppo di stazioni di rifornimento a base di idrogeno per uso stradale, e dovrà altresì aver assegnato le risorse per la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario.

Sempre entro fine giugno 2023, il MiTE dovrà aver disposto tutte le misure legislative necessarie a dar luogo alla prevista semplificazione amministrativa e alla riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell’idrogeno.

Ed è ancora entro la metà del 2023 che lo stesso Ministero della Transizione dovrà aver completato l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse e messo a punto un accordo per promuovere la transizione dal metano all’idrogeno verde, nell’ambito della voce del PNRR relativa all’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate.

Ovviamente, entro la metà del 2026, come previsto dal quadro generale del PNRR, anche tutti gli interventi relativi all’H2 dovranno essere giunti a compimento: dovrà essere sato raggiunto il numero prefissato di stazioni di rifornimento stradali e ferroviarie, il numero previsto di progetti di ricerca in ambito idrogeno, dovranno essere stati completati i progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse, il vettore dovrà ormai essere stato introdotto nel processo industriale dei settori hard-to-abate e dovranno essere stati aggiudicati tutti gli appalti pubblici per il completamento di uno stabilimento industriale per la produzione di elettrolizzatori.

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