Resta netta la contrapposizione tra Eni ed Enel sui ‘colori’ dell’idrogeno
Non sembrano potersi avvicinare, per il momento, le posizioni di Eni ed Enel sui ‘colori’ dell’idrogeno: i due principali player italiani del settore energetico hanno espresso più volte vision diametralmente opposte sullo sviluppo dell’H2 come vettore energetico del futuro: a favore dell’utilizzo dell’idrogeno blu (quello prodotto con SRM del metano e CCS) la prima e a sostegno dell’idrogeno verde la seconda.
Contrapposizione netta – e dettata dai diversi modelli di business delle due corporation – che è andata in scena anche nel corso dell’webinar di presentazione della seconda edizione del MED & Italian Energy Report, lavoro di ricerca annuale frutto della sinergia tra il centro studi SRM (gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL-Energy Security Lab del Politecnico di Torino.
“Per raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Europa, che sono molto ambiziosi, saranno necessarie diverse soluzioni. Non ne esiste una solta in grado di portarci alla meta. Su questo tema io non sono per le battaglie di posizione o di principio, ma per decisioni pragmatiche, basate sulla reale efficacia delle diverse opzioni possibili” ha infatti dichiarato Massimo Mondazzi – Direttore Generale Energy Evolution – Chief Financial Officer dell’Eni.
Il top manager del ‘cane a sei zampe’, fatta questa premessa, è quindi entrato nel merito del dibattito sull’H2, sostenendo che “l’idrogeno blu e quello verde dovranno essere sviluppati entrambi. Ed è verosimile che la pima fase possa vedere una prevalenza di quello blu, che è già disponibile a costi più competitivi. Lotte di posizione o di approccio – ha poi concluso Mondazzi – rischiano di allontanare l’obbiettivo finale, che in questo caso è la riduzione delle emissioni dei processi di produzione dell’energia”.
Intervento a cui è immediatamente seguito quello di Simone Mori, Direttore dell’ufficio di Bruxelles di Enel, improntato su una filosofia diametralmente opposta.
“La carbon neutrality è un obbiettivo raggiungibile nel 2050, così come raggiungibile è il target del 60% di elettrificazione (con energia prodotta al 100% da rinnovabili) nello stesso arco temporale. Ma poi, per arrivare a zero emissioni, manca ancora un 40%, che può essere colmato proprio dell’idrogeno verde, complemento perfetto per creare un sistema totalmente rinnovabile”.
Un teorema che regge, però, solo se l’H2 è green, “altrimenti non raggiungeremo la carbon neutrality” secondo Mori, che poi mette in guardia: “Attenzione a non fare investimenti ‘stranded’: tutte le nuove tecnologie che implementiamo oggi, con grande impiego di risorse, dovranno essere ancora valide dopo il 2050”.
Parlando poi dell’idrogeno blu, il dirigente di Enel ha espresso dubbi riguardo le tecnologie per la carbon-capture and storage: “I procedimenti di CCS erano già in uso nel settore elettrico 10-12 anni fa, ma poi sono stati abbandonati in favore di soluzioni più affidabili ed economicamente più convenienti. Facciamo un ‘in bocca al lupo’ ai nostri colleghi, ma restiamo convinti – ha concluso Mori – che ci siano delle oggettive difficoltà per lo sviluppo del blu hydrogen con CCS”.