Ritardi del PNRR: cos’ha detto il Ministro Fitto alla Camera sulle ‘hydrogen refueling station’

di Francesco Bottino

Il Governo – come noto – ha avviato da tempo un dialogo con la Commissione Europea, per rimodulare alcune delle scadenze previste dal PNRR ed evitare così di perdere parte delle risorse stanziate da Bruxelles per sostenere il piano italiano.

Le problematiche sul tavolo di Palazzo Chigi sono sostanzialmente di doppia natura: da un lato, l’esecutivo deve risolvere rapidamente i problemi (che riguardano gli stadi di Firenze e Venezia, le concessioni portuali e il teleriscaldamento) relativi ai 55 obbiettivi che dovevano essere centrati entro il 31 dicembre 2022  per poter ‘sbloccare’ la terza rata dal PNRR, da 19 miliardi di euro (la cui erogazione è attualmente sospesa, proprio in ragione degli obbiettivi non raggiunti), e dall’altro deve provare a modificare preventivamente alcuni dei 27 target fissati per il 30 giugno, che – si sa già per certo – non verranno centrati, per evitare che le situazione di stallo si ripeta anche con la quarta rata.

Ed è in questa seconda fattispecie che – come ha spiegato il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto in una recente audizione alla Camera (qua il resoconto stenografico completo della seduta) – rientra anche uno degli interventi legati all’idrogeno, e nello specifico la realizzazione delle hydrogen refueling station.

Per quanto riguarda la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale – ha detto Fitto – “il bando prevedeva 40 progetti da finanziare: sono arrivate 36 domande. Non vedo soluzione:

se qualcuno la immagina, io sono ben lieto, ma, siccome non c’è una soluzione, bisogna trovare, d’intesa con la Commissione Europea, la modalità per modificare questo obiettivo”.

In sostanza, se non verrà modificato il target, che era appunto di 40 stazioni, con solo 36 progetti finanziati l’Italia avrà mancato l’obbiettivo del PNRR in materia di idrogeno ad uso stradale e potrebbe non ricevere – quantomeno temporaneamente, con una sospensione dell’erogazione analoga a quella attualmente in vigore per la terza rata da 19 miliardi – l’intero ammontare di risorse relative alla quarta rata.

Per questo, il Governo vorrebbe convincere Bruxelles a modificare questo (come anche altri) target, in modo da poterlo considerare raggiunto con le 36 iniziative ad oggi inserite in graduatoria.