Saipem perde oltre 1 miliardo nel 2020, ma conferma focus su transizione energetica e idrogeno

Nonostante un “comprensibile rallentamento” (così lo definisce l’azienda) causato dal coronavirus, che ha pesato soprattutto sui margini e che ha comportato un risultato netto negativo per oltre 1 miliardo di euro nel 2020, Saipem guarda avanti e conferma, riguardo le direttrici di sviluppo del proprio business, il focus sulle tecnologie per la transizione energetica e per la filiera dell’idrogeno.

Lo scorso esercizio si è chiuso – in base ai dati di preconsuntivo diffusi dal contractor italiano – con ricavi complessivi pari a 7,34 miliardi di euro, in forte calo rispetto ai 9 miliardi del 2019. L’EBITDA è stato pari a 428 milioni di euro (1,14 miliardi nel 2019), mentre l’EBITDA adjusted (ovvero al netto dei cosiddetti ‘special items’) si è attestato a 614 milioni (1,22 miliardi l’anno precedente). Sul risultato netto, negativo per 1,13 miliardi di euro (rispetto ad un utile di 12 milioni di euro nel 2019), hanno pesato svalutazioni di asset per oltre 800 milioni di euro e altre voci straordinarie. E infatti a livello ‘adjusted’ la perdita di riduce notevolmente, anche se il risultato resta in rosso per 268 milioni di euro (utile adjusted di 165 milioni nel 2019).

Nonostante questa battuta d’arresto, prevista e direttamente legata agli effetti della pandemia, Saipem ha comunque sottolineato la capacità di ‘resilienza’ dell’azienda, anche grazie alla contromisure messe in atto, nonché il crescente focus sulla transizione energetica, testimoniato anche dal fatto che il 90% degli 8,7 miliardi di nuovi ordini acquisiti nel 2020 non è legato al petrolio.

“Alla pandemia Saipem ha reagito con prontezza ed efficacia – ha sottolineato il CEO del gruppo Stefano Cao – cosa che ci ha consentito, seppur con rallentamenti dovuti al rispetto delle norme di salute e sicurezza imposte a livello mondiale e alla conseguente crisi economica, di non interrompere le attività operative e, anzi, di apportare significativi miglioramenti ai processi aziendali, anche grazie alla digitalizzazione, e di accelerare la spinta strategica verso la transizione ecologica e l’evoluzione energetica”.

Spinta rivolta anche verso la filiera dell’H2, come ha confermato lo stesso Cao spiegando che Saipem propone “soluzioni per fronteggiare il cambiamento climatico, la richiesta di abbattimento dell’impronta carbonica, il mutamento di paradigma energetico e le necessità di mobilità sostenibile attraverso la realizzazione di hub energetici verdi offshore (vedi il progetto AGNES; ndr), di progetti di cattura e stoccaggio di CO2, di realizzazione di infrastrutture di produzione, stoccaggio e utilizzo di idrogeno”.

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