Salerno (RINA): “Superconduttori e idrogeno per decarbonizzare i porti liguri”

Cavi super-conduttori e idrogeno: è questa la ricetta di Ugo Salerno, Presidente e CEO del gruppo RINA, per decarbonizzare i porti liguri, e specialmente gli scali di Savona e La Spezia, dove i terminal dedicati alle navi da crociera sono molto vicini ai rispettivi centri abitati.

Il numero uno dell’azienda genovese ha tracciato la sua ‘vision’ su questo tema nel corso di una recente intervista pubblicata sul Dossier Nord Ovest de Il Sole Ore, spiegando come si potrebbe realizzare in questi due porti un efficiente sistema di cold-ironing che consentirebbe alle navi da crociera di alimentare i sistemi di bordo prendendo energia da terra, e spegnendo quindi i generatori diesel durante le soste in banchina.

Salerno ha ricordato che le grandi cruiseship hanno un assorbimento nell’ordine di 11-12 MW, un valore enorme se paragonato agli 0,5 MW di una nave da carico: per questo, i cavi necessari per portare l’elettricità fin sui molti di attracco dovrebbero avere diametri molto rilevanti, oppure diametri standard ma essere coadiuvati da stazioni di conversione in grado di far viaggiare l’elettricità a tensioni molto elevate e poi di riportarla a 440 volt, che tipicamente è quella utilizzata a bordo.

A meno di non usare un superconduttore, una tecnologia che – ha ricordato il CEO del RINA – è ormai matura e già in uso in diversi contesti, e che vanta uno dei suoi ‘campioni’ nazionali, la società Asg Superconductors del gruppo Malacalza, basata proprio a Genova.

Per alimentare questi ‘super-cavi’ si potrebbe utilizzare l’elettricità prodotta dalla centrali elettriche già presenti in entrambi i porti, a cui applicare sistemi di cattura e stoccaggio della CO2, e per raffreddarli idrogeno verde in forma liquida, prodotto con elettrolisi anch’esso all’interno delle aree portuali.

Idrogeno che, una volta assolta la sua funzione di agente refrigerante per il superconduttore, nel modello immaginato da Salerno potrebbe anche essere riutilizzato per alimentare altri impianti attivi in porto, compresi per esempio i treni che si muovono all’interno degli scali.

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