Snam: ecco come aiuteremo Acciaierie d’Italia a decarbonizzare il polo siderurgico di Taranto (con l’idrogeno)
Snam collaborerà con Acciaierie d’Italia, l’azienda che gestisce il polo siderurgico ex Ilva di Taranto, per decarbonizzare il ciclo produttivo dell’acciaio grazie alla progressiva introduzione di gas rinnovabili come biometano e idrogeno.
A rivelarlo è Dina Lanzi, Head of Technical Business Unit Hydrogen del gruppo di San Donato Milanese, nel corso di una video-intervista pubblicata sui profili social di Acciaierie d’Italia, in cui la manager spiega che la partnership verterà su 3 filoni di attività.
“Il primo riguarderà la decarbonizzazione del processo produttivo del sito di Taranto, che è l’unica acciaieria a ciclo primario attiva in Italia. L’idea è quella di attuare un percorso di decarbonizzazione progressiva, passando dal gas naturale a quote sempre maggiori di gas rinnovabili, come biometano e poi idrogeno”.
Il secondo pilastro della partnership è relativo, nello specifico, all’H2: “In questo caso lo scopo è mettere a punto una progettualità di ampio respiro dedicata all’introduzione dell’idrogeno nell’acciaieria, che porti a sviluppare strutture per la distribuzione, il trasporto e lo stoccaggio funzionali all’approvvigionamento di questo combustibile da parte del sito industriale”.
Infine, il terzo ambito è più legato alle attività di ricerca e sviluppo (R&D) e consentirà a Snam e Acciaierie d’Italia di “mettere a frutto le rispettive competenze nella gestione dei gas, e in particolare dell’idrogeno, e nella produzione di acciaio, sempre nell’ottica di una progressiva decarbonizzazione di questo comparto industriale”.
Il tema H2 è sempre più centrale nelle strategie di Snam che – ricorda Lanzi – può sfruttare la sua esperienza per assistere l’industria dell’acciaio: “Dopo i primi test svolti lo scorso anno con la consegna di miscele di metano e idrogeno, al 5% e al 10%, a clienti industriali, più di recente abbiamo realizzato la prima sperimentazione con una miscela al 30% in collaborazione proprio con un cliente della siderurgia (il gruppo GIVA; ndr)”.
Per quanto riguarda il prossimo futuro, in tema di idrogeno, Snam conta di proseguire con la valutazione “degli interventi di retrofitting che saranno necessari alla nostra rete per gestire quantitativi crescenti di H2” e anche di estendere le sperimentazioni nell’uso di miscele col metano, “passando da test concentrati in un arco di tempo limitato, come quelli svolti fino ad ora, ad un impiego più duraturo”.
Non dimentichiamo – aggiunge il vertice della Technical Business Unit Hydrogen di Snam – che “l’idrogeno è l’unico combustibile che, bruciando, non emette CO2”. Una caratteristica che lo renderà indispensabile nel processo di transizione dei settori ‘hard to abate’, ma che oggi si scontra con il principale ostacolo alla diffusione su larga scala di questo vettore, ovvero “il suo costo ancora molto elevato”. Ma su questo – secondo Lanzi – “le aziende possono agire in maniera sinergica, e Taranto è il soggetto industriale che meglio può dare un boost a questa tecnologia. Il sito, per decarbonizzarsi, avrà bisogno di grandi quantitativi di idrogeno e potrà quindi sviluppare un mercato e supportare una produzione massiva di tecnologia”. Obbiettivo a cui concorreranno in misura determinante anche le risorse stanziate dal PNRR.