Sotacarbo progetta una hydrogen valley nelle ex miniere di carbone del Sulcis, in Sardegna

Sotacarbo – società controllata dalla Regione Sardegna (96%) e partecipata dall’ENEA (4%), nata per svolgere attività di ricerca e insediata nell’ex area mineraria di Carbonia (nell’area del Sulcis) – progetta di realizzare, dove prima si estraeva carbone, una grande hydrogen valley dove produrre H2 e sviluppare tecnologie innovative legate al vettore energetico green.

Come ha spiegato a Il Sole 24 Ore il Presidente di Sotacarbo Mario Porcu, il piano – già in fase avanzata – prevede due diversi interventi, ciascuno dei quali presuppone investimenti per circa 12 milioni di euro (arrivando quindi a 24 milioni totali).

Innanzitutto, sfruttando risorse del PNRR (anche se Porcu non fa riferimenti diretti, è opportuno ricordare che uno dei progetti per la produzione di idrogeno in aree dismesse che verranno finanziati in Sardegna si chiama SulkHY e prevede proprio la produzione di idrogeno green nelle ex miniere di carbone del Sulcis; ndr) verrà installato un elettrolizzatore da 1 MW, alimentato con impianti di energia rinnovabile da 6 MW e affiancato da un sistema di accumulo da 5.000 ore.

L’H2 green generato verrà destinato principalmente al settore del trasporto pubblico: è infatti lo stesso Porcu a rivelare al quotidiano economico milanese che Sotacarbo ha già siglato un accordo con l’agenzia regionale dei trasporti per la fornitura di idrogeno necessario ad alimentare pullman attivi nella Sardegna sud-occidentale.

Il secondo intervento previsto dalla società, che verrà finanziato con 12 milioni di euro messi a disposizione dall’Agenzia per la Coesione, riguarderà invece attività di progettazione – da insediare sempre nell’ex polo minerario di Carbonia – di elettrolizzatori di ultima generazione.

Infine, Sotacarbo svolgerà anche attività di ricerca e sviluppo in relazione alla cattura e allo stoccaggio di CO2 nel sottosuolo: è già stato realizzato a tale scopo un laboratorio sul campo, in un pozzo profondo alcune centinaia di metri, le cui reazioni all’immissione di anidride carbonica verranno studiate dai tecnici della società sarda insieme ai ricercatori dell’Università di La Spezia, sempre secondo quanto riferito da Porcu a Il Sole 24 Ore.