Stabilimento Wärtsilä di Trieste: si fanno avanti Mitsubishi e Ansaldo Energia, che pensano ad un polo per realizzare elettrolizzatori e turbine ‘hydrogen ready’
La crisi che da oltre un anno interessa lo stabilimento Wärtsilä di Trieste potrebbe essere vicina ad un epilogo positivo, che consentirebbe un rilancio del polo industriale giuliano grazie, anche, alle nuove tecnologie per l’idrogeno.
Per rilevare il compendio si sarebbero infatti fatte avanti Mitsubishi e Ansaldo Energia, che congiuntamente sarebbero interessate ad impiantare nel sito attività legate alla produzione di elettrolizzatori e di turbine hydrogen ready.
L’H2, d’altra parte, è stato in qualche modo chiamato in causa come possibile soluzione fin dall’inizio della vicenda, nata la scorsa estate quando Wärtsilä – multinazionale finlandese specializzata nei motori marini e nelle turbine per la generazione di energia – aveva annunciato l’intenzione di riportare in patria le attività produttive fino a quel momento svolte a Trieste, mantenendo nel polo di Bagnoli della Rosandra soltanto servizi commerciali e post-vendita. Una riorganizzazione che avrebbe comportato circa 450 esuberi e che quindi è stata giudicata inaccettabile dalle istituzioni locali e nazionali (nonché dalle organizzazioni sindacali), le quali hanno imposto a Wärtsilä di individuare un soggetto che potesse subentrarle nella gestione dello stabilimento, per garantirne la vocazione industriale e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Nei mesi scorsi si sono quindi susseguite indiscrezioni di diversa natura, ma l’unico soggetto che sembrava aver palesato il suo interesse in modo formale era H2Energy, start-up lombarda specializzata nelle tecnologie per l’idrogeno green, considerata tuttavia troppo ‘giovane’ e di piccole dimensioni per potersi incaricare con successo di rilanciare, da sola, il sito di Bagnoli.
Ora, però, potrebbe essere giunta una svolta: il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha annunciato in una nota che due player, uno internazionale e l’altro riconducibile al settore pubblico, ambedue attivi nel settore dell’energia, hanno inviato ieri (26 luglio; ndr) a Regione, Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMI) e Wärtsilä una manifestazione d’interesse per lo stabilimento di Bagnoli. Manifestazione che, ha assicurato Fedriga, “soddisfa senza alcun dubbio le condizioni irrinunciabili poste sin dal principio della vertenza da parte della Regione per quanto concerne il processo di reindustrializzazione del sito”.
Il Presidente della Regione non menziona mai direttamente le due aziende, ma secondo tutte le ricostruzioni giornalistiche delle ultime ore si tratta del colosso industriale giapponese Mitsubishi (il cui nome, in passato, era già stato accostato a questa vicenda, come possibile partner ‘forte’ di H2Energy) e di Ansaldo Energia, azienda genovese controllata da Cassa Depositi e Prestiti e recentemente ricapitalizzata.
Nella sua nota, Fedriga ha specificato che, come richiesto da Governo e Regione, “verrebbe garantita la vocazione industriale attraverso l’inserimento del sito produttivo in una filiera strategica nazionale in grado di generare ricadute positive per il territorio, di valorizzare l’elevato livello professionale delle maestranze e di salvaguardare l’indotto”.
Anche in questo caso non ci sono riferimenti diretti al tipo di attività che Mitsubishi e Ansaldo vorrebbero eventualmente (al momento la disponibilità manifestata dalle due aziende è quella di svolgere una due diligence, ma non ci sono impegni formali d’acquisto) impiantare nel polo triestino, ma secondo quanto riportato dal quotidiano locale Il Piccolo l’idea sarebbe quella di creare un hub dedicato alla realizzazione di elettrolizzatori e di turbine hydrogen ready.
Un progetto che parrebbe in linea con le strategie dei due partner: il gruppo giapponese sta infatti portando avanti in patria un’iniziativa di analogo tenore, mentre quello italiano è impegnato nella realizzazione di una gigafactory di elettrolizzatori presso il proprio storico stabilimento genovese, grazie alle risorse del programma IPCEI Hy2Tech.
Ancora incerto invece il destino di H2Energy: le cronache non specificano se la start-up lombarda sarà o meno della partita.