Studio PoliMi-WWF: rinnovabili e anche 1 GW di idrogeno verde per decarbonizzare la Sardegna

L’idrogeno verde potrebbe – o forse dovrebbe – avere un ruolo centrale nel processo di decarbonizzazione della Sardegna, secondo uno studio di scenario redatto dal gruppo RELAB del Politecnico di Milano per conto del WWF, la nota associazione ambientalista che riporta gli esiti del dossier sul suo sito internet.

Sfruttando l’isola italiana come sorta di teorico laboratorio dove immaginare un percorso da replicare poi su scala nazionale, il report premette innanzitutto che la Sardegna, “grazie agli elevati potenziali di rinnovabili e alla struttura della domanda nei settori finali, offre la possibilità di costruire scenari di decarbonizzazione basati sulla penetrazione di fonti rinnovabili, pur non programmabili, affiancate da un potenziamento degli accumuli idroelettrici e dallo sviluppo dell’idrogeno verde da elettrolisi, per supportare nel lungo termine il bilanciamento nel settore elettrico e rifornire i consumi industriali e trasporto non elettrificabili”.

Il riferimento all’H2 è quindi immediato, e inserito in un’ottica di integrazione con le rinnovabili. Immaginando uno scenario al 2050, i ricercatori dell’ateneo milanese prevedono una “domanda finale di energia soddisfatta integralmente da fonti rinnovabili nel settore elettrico inclusi gli apporti per la produzione di idrogeno verde indispensabile in diversi segmenti della domanda”. Nel dettaglio, si tratterebbe di 20GW complessivi di eolico e fotovoltaico, equivalenti ad un’installazione circa 600MW di impianti all’anno fino al 2050, 1 GW di nuovi impianti a pompaggio idroelettrico, 500MW di accumuli per autoconsumo, e fino a circa 1 GW di impianti idrogeno. Lo scenario prevede anche la realizzazione del Tyrrhenian link per l’ottimizzazione delle risorse elettriche tra Sardegna e continente.

Per quanto riguarda gli utilizzi dell’H2, lo studio prevede “per il settore industriale una maggiore elettrificazione con aumento dell’efficienza dei processi, un impiego da fonti rinnovabili per i processi a bassa temperatura ed il ricorso ad idrogeno per i consumi di calore ad alta temperatura”.

Discorso analogo per il settore dei trasporti, in cui si prevede “una significativa transizione alla mobilità elettrica con una domanda di idrogeno verde per il trasporto pesante”.

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