Target PNRR: le richieste di modifica del Governo analizzate in dettaglio dal Servizio Studi della Camera
di Francesco Bottino
Nella relazione intitolata ‘Monitoraggio dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – I traguardi e gli obbiettivi da conseguire entro il 30 giugno’, redatta dal Servizio Studi della Camera dei Deputati e aggiornata al 14 luglio, è possibile trovare una descrizione dettagliata dei target che il Governo ha recentemente proposto di modificare in relazione alla 4a rata del PNRR, come annunciato la scorsa settimana dal Ministro delle Politiche Europee Raffaele Fitto.
Nel dossier di Montecitorio (consultabile integralmente a questo link) vengono illustrati in dettaglio le ragioni che hanno portato l’esecutivo a richiedere a Bruxelles la modifica degli obbiettivi, anche in relazione ai due investimenti del Piano che riguardano direttamente l’idrogeno.
In particolare, per quanto riguarda il capitolo M2C2-50, Investimento 3.2 Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate, nella relazione viene ricordato innanzitutto che “si tratta di un investimento teso ad abbattere le emissioni di carbonio nei settori hard-to-abate che utilizzano il metano come fonte di energia termica, oltre che a favorire l’impiego nei processi industriali di idrogeno elettrolitico, prodotto da fonti di energia rinnovabile o dall’energia elettrica di rete”. Il cronoprogramma dell’investimento prevedeva, entro il 31 marzo 2023, la stipula dell’Accordo per promuovere la transizione dal metano all’idrogeno verde. Al riguardo – si legge nel report – la Terza Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, presentata dalla Camera il 31 maggio scorso, segnalava come l’investimento rientri tra quelli caratterizzati dal riscontro di due elementi di debolezza, riconducibili a “eventi e circostanze oggettive” (squilibrio della offerta/domanda, investimenti non attrattivi, impreparazione del tessuto produttivo) e a difficoltà amministrativo-normative”.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione, dopo la pubblicazione – lo scorso 31 marzo – del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’individuazione delle iniziative a cui distribuire 1 miliardo di euro (su 2 miliardi totali di stanziamento, 1 miliardo è destinato direttamente alla società DRI d’Italia, controllata da Invitalia e deputata allo sviluppo di un nuovo polo siderurgico green presso lo stabilimento ex Ilva di Taranto, alimentato con idrogeno; ndr), non sembrano essere stati compiuti ulteriori passi avanti, tanto che nel dossier si dice: “L’ultimo aggiornamento delle informazioni in banca dati ReGiS risale al 19 giugno 2023 e indica l’obiettivo come non completato”.
Relativamente a questo punto, come precedentemente annunciato dal Governo e come confermato nel dossier del Servizio Studi della Camera dei Deputati, “la proposta di modifica concerne la descrizione della misura, al fine di allinearla al principio DNSH (Do no significant harm). La modifica prevede espressamente che nessun gas naturale debba essere utilizzato per la produzione di idrogeno da utilizzare nella riduzione diretta del ferro”. In sostanza, si precisa soltanto che l’idrogeno destinato alla decrbonizzazione delle industrie ‘hard to abate’ dovrà essere prodotto tramite elettrolisi.
Passando invece al capitolo M2C2-16, Investimento 3.4 Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario, il dossier ricorda che “la (già menzionata; ndr) Terza Relazione individua, tra gli investimenti affetti da 1 criticità, consistente in eventi e circostanze oggettive, l’investimento volto alla sperimentazione dell’idrogeno nelle linee ferroviarie non elettrificate, in regioni con elevato traffico di passeggeri e alto utilizzo di motrici alimentate a combustibile diesel. Al riguardo, l’investimento prevede, come obiettivo finale da conseguire entro il 30 giugno 2026, la conclusione dei lavori di realizzazione di 10 stazioni di rifornimento e di stoccaggio dell’idrogeno lungo sei linee ferroviarie. Dopo la chiusura, il 20 gennaio 2023, del bando per la presentazione delle proposte progettuali da parte dei soggetti attuatori potenzialmente interessati – ricorda la relazione – la Commissione di valutazione ha concluso la fase istruttoria e valutativa nel mese di marzo 2023, determinando, per ciascuna istanza, l’importo ammissibile al finanziamento, distinto per impianti (produzione, distribuzione, stoccaggio, rifornimento) e materiale rotabile. All’esito di questa procedura è stato adottato, in data 31 marzo 2023, il Decreto Dirigenziale di ripartizione e assegnazione delle risorse, che ha individuato 10 progetti di stazioni di produzione, stoccaggio e rifornimento dell’idrogeno In data 12 maggio è stato adottato, poi, un ulteriore Decreto, con il quale è stata prorogata la scadenza della stipula delle obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2023, senza compromettere il rispetto dei termini previsti dal PNRR, le condizionalità a questo correlate e il raggiungimento del target”.
Per quanto riguarda la proposta di modifica, è stata prevista una “riformulazione della descrizione dell’investimento contenuta nella CID, al fine di tenere conto sia degli esiti del processo di selezione delle proposte, sia della natura sperimentale della misura. In dettaglio, in ordine alla localizzazione degli interventi oggetto dell’investimento, la proposta di modifica prevede che questi siano realizzati preferibilmente in prossimità dei siti locali di produzione di idrogeno verde e/o delle stazioni autostradali di rifornimento di idrogeno, prevedendo anche misure per la ricerca e sviluppo”.
La relazione del Servizio Studi menziona poi il capitolo M2C2-14, Investimento 3.3 Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale, volto alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale, che prevedeva, quale obiettivo finale, la realizzazione di almeno 40 stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le autostrade, vicino ai porti e in prossimità dei terminali logistici.
Come noto, e come già riportato dalla Terza Relazione del 31 maggio scorso, la gara indetta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e conclusasi con i decreti di concessione dei contributi il 31 marzo 2023, ha visto ammessi a contributo 35 progetti di realizzazione di tali stazioni. E ciò poiché – secondo il report – “l’attuale congiuntura di mercato sembrerebbe indicare una minore attrattiva del vettore idrogeno nel trasporto stradale, con una conseguente limitazione del perimetro di operatori disponibili a investire nel settore”. Conseguentemente, la Terza Relazione specifica come l’amministrazione titolare dell’intervento (MIT) “abbia chiesto ai servizi della Commissione europea, nella riunione del 19 aprile 2023, di rimodulare il target a 35 stazioni di rifornimento”.