Varata ufficialmente la Global Hydrogen Ports Coalition: per ora nessun membro italiano

Ben 29 tra porti di tutto il mondo e associazioni di settore si sono uniti dando vita alla Global Hydrogen Ports Coalition, con l’obbiettivo di favorire la diffusione e l’utilizzo dell’H2 in ambito logistico e portuale.

L’iniziativa è stata presentata ufficialmente nei giorni scorsi durante la 12esima edizione (in corso in forma virtuale, dal 31 maggio al 6 giugno) del Clean Energy Ministerial (CEM), forum internazionale di livello governativo che dal 2009 si riunisce ogni anno per affrontare le problematiche relative alla transizione energetica.

Gli sforzi della coalizione internazionale si sono concentrati anche sull’idrogeno, con il recente lancio – da parte di 21 dei 29 Stati membri del CEM (nello specifico Australia, Austria, Brasile, Canada, Cile, Cina, Costa Rica, Commissione Europea, Finlandia, Germania, India, Italia, Giappone, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Arabia Saudita, Sud Africa, Sud Corea, Regno Unito e USA) – della Clean Energy Ministerial Hydrogen Initiative (CEM H2I), coordinata dalla IEA (International Energy Agency).

Il lavoro dei partner della CEM H2I si concentrerà inizialmente su 3 diverse aree di intervento: favorire l’inserimento dell’idrogeno nelle attuali applicazioni industriali; aiutare la diffusione dell’idrogeno nell’industria dei trasporti (merci, passeggeri, ferroviario e marittimo); esplorare le potenzialità dell’idrogeno nel rispondere alla domanda di energia delle comunità.

E’ in quest’ottica che nei giorni scorsi, nell’ambito del 12° meeting, i membri del CEM hanno formalmente varato la Global Hydrogen Ports Coalition, alleanza di cui fanno parte i principali porti del cosiddetto ‘Northern Range’, scali di altri Paesi europei e del mondo, alcune società energetiche e logistiche e diverse associazioni, ma in cui – almeno per il momento – non compaiono scali italiani.

Nella lista dei fondatori, firmatari del Memorandum of Understanding che ha sancito la nascita della coalizione, pubblicata sul profilo Twitter del CEM, infatti, sono presenti i porti di Brunsbüttel (Germania), Flam (Norvegia), North Queensland Bulk Port (Australia), Pecém Port Complex (Brasile), Anversa (Belgio), Auckland (Nuova Zelanda), Bahia Blanca (Argentina), Berlevåg (Norvegia), Brisbane (Australia), Duqm (Oman), Farsund (Norvegia), Grenland (Norvegia), Gothenburg (Svezia), Amburgo (Germania), Houston (Texas – USA), Mejillones (Cile), Rotterdam (Olanda), Valencia (Spagnai), Vancouver (Canada), Southern Ports (Australia), Neltume (Cile), dall’associazione dei porti del Portogallo, dalle società Lehmann GmbH e Woodside Energy, dall’amministrazione comunale di Brema (Germania), e dalle associazioni European Sea Ports Organizzation (ESPO), Hydrogen Council, International Association of Ports and Harbours e New Energy Coalition.

Al momento, come detto, nessuna bandierina del Belpaese.

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